Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/157

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libro secondo 151


farai come presso d’Omero fece Ulisses, quando quel citarista cantava in cena cose a lui forse iniocunde, che si coperse el capo e lacrimò; poi, finito el cantare, si discoperse e mostrossi lieto bevendo a grazia degli dii. Così noi cederemo alla nostra imbecillità quanto potremo occulto e coperto. Ma che cerchiamo noi in questi nostri ricordi? Onde possiamo noi accogliere altronde erudizione accommodatissima che da Omero, poeta certo divino, qual sì atto e con tanta grazia esplicò quello si debba in vita dove esso scrive in qual modo e con quanta ragione Ulisses tradusse e’ casi suoi? Vide Ulisses costumi di molti uomini, e vide le consuetudine di molte città; scorse lontani paesi, e sofferse varie e dure e molte fatiche in vita, fra l’arme, in mezzo l’onde e tempesta del mare, con tanto e sì intero consiglio che egli acquistò indi nome e immortale fama; e pertanto affermano che fu uno sopra tutti gli altri prudentissimo ed essercitatissimo. Riconosciamo adunque gli andamenti suoi per meglio sapere in tempo seguire e’ suoi vestigi bisognando.

Doppo a tanti suoi naufragi Ulisses, tornato alle gente sue sconosciuto e mal vestito, vide la casa sua fatta quasi come una taverna pubblica, piena di gente lasciva e immodesta qual dissipava e consumava ogni sua domestica entrata. Addolorò, e deliberò vendicarsi; ma intanto si contenne e seco disse: o cuore che altrove già tempo obdurasti nei tuoi mali, sostieni. Fu chi diede a Ulisses un calcio, e Ulisses quieto e muto, e per più dissimulare, simile a un gaglioffo porgendo la mano pregò a uno a uno chiunche ivi era in sala; in qual sala forse più volte avea ricevuto e onorato e’ principi di Grecia. Ancora di nuovo percosso con uno deschetto, e lui pur quieto e saldo, niuna parola, niuno atto, se non quasi come fusse un sasso; nulla più che un poco mosse el capo. Vollono que’ temerari pacchiatori che facesse a’ pugni con quello Irone, omo abiettissimo, qual volea cacciar Ulisses di casa; e lui nulla ricusò, e pugnando non volle quel che e’ potea; ma per non impedire quello dove e’ tendeva a maggior fatti, gli diede un pugno de’ suoi lieve. Ancora di nuovo Ethisippus gittò uno stinco di bue per ferire Ulisses nel capo, e Ulisses, quieto, solo acclinò el capo. Oh pazienza in uno uomo incredibile, fermezza inaudita e