Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/234

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228 de iciarchia

ello ama sé, tanto pari ama la virtù: l’altre cose al tutto stima poco. Indi mai accaderà che faccia per avidità cosa alcuna brutta, e vorrà più tosto questa cosa degna e preclara senza frutto, che quella fruttuosa senza splendore di qualche virtù, però che ’l bene in questa cosa ottima è migliore che ’l molto contentamento in cose men buone. E dobbiamo fra le cose ottime ne’ primi luoghi collocar quelle che siano vacue d’ogni indignità. Le lascivie, temerità, petulanze, protervità, e simili cose indegne, meno sono familiari a’ poveri che a’ ricchi. Adonque ben dissero e’ savi: «le ricchezze non le desiderare a summa felicità s’ tu non l’hai: s’elle ti suppeditano, adoperale in benificenza e magnificenza».

Accaderanno occasioni che forse ti soverrà pigliare determinazione circa qualche magistrato o dignità o cose onorate, dove tu possa mostrarti virtuoso e acquistar fama e buona grazia. A questo niuna via più certa, più breve che proporsi d’essere eccellente in virtù tanto quanto tu vorresti essere onorato e pregiato. Chi ferma e’ pensieri suoi a essere ambizioso, e piaceli acquistarsi fautori, se costui forse cerca questo con summissione e diventa servile, farà cosa al tutto contraria al fine che cerca; e se propone acquistarsi fautori con premiarli, costui si fida in la fede e constanza d’omini cupidi, servili e venderecci; e se propone assequir le cose con importunità, costui sollieva contro sé molto odio, e chiude a sé stessi la via ad assequire simile grado più altre volte. Adonque si fiderà ne’ meriti suoi più che nel favore e concession degli altri. E quando e’ pur ami parere agli altri omo degno ed eccellente, bisogna che prima e’ paia a sé, e poi sia tale che i nimici suoi non possano invero negarlo. Per questo l’omo ben consigliato mai resterà d’investigar tutte le cose onde e’ diventi dì per dì omo più degno e di più autorità. Dicono che a’ fanciugli si vuole assiduo narrare cose onde e’ diventino più virili. Così tu a te stessi continuo renumera e preponi e richiedi da te come tuo gran debito ciò che ti renda continuo più eccellente. La virtù accresciuta splende, e non li bisogna per farsi conoscere altronde nuovo aiuto. Quelli sono reputati da nulla quali sono inutili a sé e inutili agli altri. Tu, contro, quanto per le tue virtù sarai utile a’ tuoi, ornamento della patria tua,