Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/281

Da Wikisource.

libro terzo 275

male possa omo favoreggiare la causa mia senza offendere te, mio avversario. E videsi più volte in più luoghi chè la conspirazione e confederazione di pochi superò e condusse lo stato d’una città secondo e pensieri e voglie loro, contro la volontà di tutti gli altri non bene uniti. Questa coniunzione e consenso alle famiglie fa che ciascuno di loro sta simile a quello Briareo vostro, giovani, quale e’ poeti fingono che avea molte mani, molti occhi, qual cosa dissi ch’io desiderava a me. E simile goderò sia l’uno pell’altro in voi. Credo dire el vero, e così affermo: se questa famiglia vostra, giovani, sarà per voi in tempo quello ch’io spero, voi arete tal luogo in questa republica che tutti e’ buoni cittadini si rallegreranno della felicità vostra. Mai niuno potrà disturbare lo stato vostro più che voi stessi.

E non sono divise le famiglie solo per le contenzioni e discordie, né saranno unite solo per lo abitare insieme. Alcune altre cose utili a intenderle, danno alle famiglie unione meno che non si converrebbe. Pare che da natura siano le voglie de’ giovani dissimili da quelle de’ vecchi. E così come la similitudine de’ costumi, instituti e studi porge addito prontissimo alla benivolenza, così la dissimilitudine proibisce e recusa quella compiuta unione quale si richiede nel vero amore. S’e’ giovani in tutto instituissero essere in ogni costume simili a’ vecchi, e contro, e’ vecchi pigliassero abito e movimenti giovinili, sarebbe all’uno e all’altro impresa difficile e non ben condegna. Ecci al bisogno nostro questa adattezza competente e conveniente all’uno e all’altro, ch’e’ vecchi si ritrovino spesso co’ giovani in lieta familiarità, massime alle cene. Non so donde sia che questo trastullo del motteggiare in mensa concili tanta grazia e domestichezza. E qui basterà s’e’ giovani aranno quanta modestia richieggono e’ buoni costumi e reverenza de’ maggiori, e s’e’ vecchi deponeranno quella severa gravità loro e porgerannosi umani, facili, affabili, quanto indi apparisca che degnino aguagliarsi alla gioventù senza levità. Meno fatica sarà a uno di noi, Paule, in questa età maturi, repetere la ilarità e festività qual fu in noi in quel fiore della gioventù, massime dove la suavità de’ buoni costumi in questi giovani c’inviti a pigliarne voluttà e recrearci, che non sarebbe a questi