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274 de iciarchia

l’animo sordido e turbolento da’ suoi vizi, mai potrà in altri quello che non può in sé stessi. Quelli sono fabri che fanno l’opere fabrili, e buoni quando e’ le fanno bene. Qualunque non stultissimo facesse professione d’esser musico, a costui diletterebbe adoperarsi in musica, e vorrebbe quanto in sé fusse al tutto esser non inferiore a’ musici buoni. Così chi vorrà esser riputato padre buono, integro, e simili, farà l’opere dovute a’ padri buoni, integri, e simili. Sarebbe sciocco, inetto, chi credesse che solo il nome facesse me essere padre. L’essere padre sta in avere in sé le cose dovute a’ padri, e in aoperarsi come padre. In questa nostra iciarchia la intenzione nostra sarà più circa informare omini dati a noi dalla natura, che circa riceverli datici dalla mamma. Dirà quello da’ suoi piccini nati in casa babbo: «costui è mio figliuolo». E io dirò: «vero; ma tu lo facesti simile agli altri animali nati con due piedi, io lo feci simile per virtù a uno dio terrestre». Voi giovani, a chi diresti che costui così ornato da me fusse più obligato, al babbo o a me vero e ottimo padre? E non dubitate che mai niuno scalderà te ad amarlo come padre, se in lui non arderanno princìpi di vero amore paterno. E simile con quella ottima ragione qual tu proponesti a te per acquistar virtù, con questa medesima facile conducerai gli altri ad imitarti.

Ma torniamo a proposito. Dicemmo in genere qual sia el nostro iciarco, e quanto si convenga allo officio suo. Ora diremo el modo e opera circa le cose più particulari. La prima cura sua sarà che la famiglia sia senza niuna discordia unitissima. Non esser unita la famiglia circa le cose onde sequiti detrimento, giova, non lo nego; ma non esser unita circa quelle che giovano, nuoce sopra modo molto. E massime alle famiglie sono le domestiche contenzioni ultimo esterminio. Quinci hanno e’ nimici a pieno quello che desiderano in te; e tanto più questo, quanto gli amici hanno meno addito a interporvi l’opera sua. L’inimico nostro porgerà favore e aiuto a te, a me conterrassi, quanto e’ vedrà poterci nuocere. L’amico nostro comune, quella impresa che pigliarebbe per me contro a uno meno suo familiare, quella medesima fuggirà tentarla contro a te, e stimerà più utile non imminuire la benivolenza tua che raffermare la mia, quando così sia che