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374 dissuasio valerii

quanto confesso e duolmi non sono. Bastiti il vero udire da me e piacciati la mia buona volontà. Giulio Cesare, prencipe di tutte le cose, cadde perché poco a tempo fu sollecito conoscere quello gli scrivea il suo amico. Tu vero me udirai e consigliera’ti, e di te stessi arai cura e buon provedimento. A molti non giova esser facile e trattabile ove gli convenga sofferire, a cui sarebbe utilissimo prima aversi lasciato consigliare che necessità il premesse. A chi inconsiderato e ruinoso corresse nelle mani e nelle insidie de’ ladroni, chi sarebbe che lodasse amandolo sua sfrenata audacia e durezza di fronte? Credo a te agradirà e piacceratti avere udito, né sarà in te tanta contumacia che non degni la fede e sollecitudine di chi te ama e te vorrebbe essere felice. Gli altri errori giovano a renderne dotti ne’ nostri pericoli, e puossi sanza danno meglio correggere coll’altrui pericolo che col nostro: la nostra negligenza sempre nuoce.

Foroneo re, autore di molte e santissime leggi morendo disse a Leonzio suo fratello: «A essere felice a me nulla mancherebbe caricamento di la:Page:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/380 in corso...