Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/464

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458 nota sul testo

B) LA PRESENTE EDIZIONE

Nella nota premessa al suo testo il Bonucci rilevava il fatto che il titolo dell’opuscolo nel cod. Magi, è seguito dalle parole: «Leonis Baptista traslatum», e congetturava che «la Lettera fosse stata scritta originalmente in latino dall’Alberti e poi da lui stesso voltata in volgare; oppure, che scritta in latino da altri, fosse da lui messa in italiano: sebbene l’assieme dei pensieri e del metodo con cui è stesa, per noi sia bastante argomento a farci credere che nell’una e nell’altra lingua... sia uscita dalla penna di Leon Battista». In seguito a questa ipotesi del Bonucci la lettera è stata considerata come opera originale dell’Alberti fino al 1955 quando abbiamo dimostrato che si tratta invece di un rifacimento della Dissuasio Valerii del Map1. La scoperta non è senza importanza per la storia dell’antifemminismo del Rinascimento, ed è assai utile per l’intelligenza e per l’edizione del testo volgare curato dall’Alberti.

In questa ‘traduzione’ egli ha usato larga libertà, semplificando l’originale e soprattutto scartando gli elementi della tradizione ascetico-religiosa medievale, riducendolo insomma conforme ai propri gusti e allo spirito dell’età sua. Essa vale perciò a documentare sì la fortuna dell’opera del Map nel ’400, ma ancora meglio a sottolineare la diversità fra l’antifemminismo del Medioevo e quello dell’Umanesimo. Mancano elementi per stabilire la data di questa versione, ma sarà forse da assegnare al biennio 1436-37, cioè a poco prima o a poco dopo l’Epistola a Paolo Codagnello, con cui ha strette attinenze di argomento. Anzi è possibile che questa ‘traduzione’ sia da identificarsi con qualcuna delle altre lettere al Codagnello a cui si accenna all’inizio di quella Epistola2. Comunque sia di ciò, essa si inquadra benissimo fra gli altri diversi scritti volgari e latini dell’Alberti sull’amore, le donne ed il matrimonio; e in tale contesto acquista anche un significato che trascende il valore di un semplice volgarizzamento. Per una più ampia considerazione dei rapporti della versione con l’originale del Map e con le altre opere dell’Alberti, e per indicazioni bibliografiche sulla tradizione

  1. Cfr. «Lettere italiane», VII, 1, pp. 3-13.
  2. L’Epistola verrà inclusa nel vol. III di questa edizione. Vedi intanto Bonucci, Op. volg. cit., vol. V, pp. 233 sgg.