Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. III, 1973 – BEIC 1724974.djvu/231

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deifira 227

sieno indegni di tanta calamità, e in quel modo sfogano le fiamme della sua incesa ira e cocente dolore. Tu ora da chi ti chiami tu offeso? Quale ingiuria ti sta qui tanto molesta? Quale stimolo te tanto punge ad urtare te stesso con sì ostinato dispiacere e acerbità d’animo?

Pallimacro. Misero me! Misero me! Quanto i miei pensieri in me sono gravi, tanto più stanno profondi e meno li posso risollevare. L’onda che surge fuori del sasso, discopre e muove le piccole petroline; le grandi stanno, e quanto maggiore onda sopraggiugne, tanto più si coprono di minuta ghiaia. Tu con questo argumentare, quanto maggiore fiume d’eloquenza effunderai, tanto più mi darai materia da ricoprire quello ch’io nè voglio nè posso discoprirti.

Filarco. E qual sarà in te cosa da non poterla comunicare con chi t’ama? E quale segreto sarà sì dubbio che non si debbi aprire all’amico? Abbi ch’io potrò riputarti non amico, se tu mosterrai poco fidarti di me. Chi non si fida teme essere ingannato, nè si può amare colui in cui tu tema essere perfidia. E chi non ama per certo non può essere amato. Il seme dell’amicizia sempre fu amare, onde poi si prende frutto quando pari te senti essere amato. E chi conosce sè, quanto da me ti senti, molto amato, per certo erra non si porgendo amico e aperto a chi l’ama. L’amicizia vuole fede e merito. Non manchi in te fede, tu mai da me arai che desiderare cosa quale io per te possa. Sempre me arai pronto a meritare da te benivolenza e grazia. Ora o piacciati o dispiacciati, io voglio sapere che doglia ti prema. Benchè all’infermo dispiaccia quello che lo sana, pure si vuole prima sodisfare alla ragione che al suo giudicio e falso gusto.

Pallimacro. Io amo, Filarco. Io ardo, Filarco. Io spasimo amando.

Filarco. Ora bene in tutto scorgo io vero quel che si dice, che uomo si trova mai tanto felice, in cui non sia molta e molta parte di miseria. In te ogni cosa concorre a molto adornarti di felicità: patria, parenti, amici, ricchezze, grazia, e fra queste vedi in che modo la fortuna immetta quel che disturbi ogni tua dolce vita e riposo d’animo, e fa in te un minimo pensiere tanto