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174 della architettura

derà in quarantadue parti; et se otto in cinquantasette; et di queste parti se ne assegneranno due a la grossezza di ciascuna colonna. Ma ne le fabbriche Ioniche, dove si harà a mettere quattro colonne, si dividerà la testa de la pianta in undici parti et mezo; ma dove si harà a metterne sei, si dividerà in diciotto; ma se ve ne harai a mettere otto, dividerala in ventiquattro parti et mezo; de le quali ne assegnerai una parte sola a la grossezza di qual s’è l’una colonna.


Del pavimento del Tempio, de gli spacii di dentro del luogo de lo Altare, de le mura, et de loro addornamenti.

cap. x.


S
Ono alcuni, che lodano, che nel pavimento del Tempio, et ne gli spatii di dentro si habbia a salire per alcuni scaglioni; et vogliono che il luogo dove si harà a collocare lo Altare per i sacrificii, sia molto più rilevato. I vani et le entrate de le tribune, che sono da gli lati, furono da alcuni lasciati aperti senza serrargli con muro di sorte alcuna, et da alcuni vi furono messe due colonne, et sopra tiratovi medesimamente gli architravi, i fregi, et le cornici in quel modo, che poco fa raccontammo de Portici. Et quel resto del vano che avanzava sopra le cornici, lasciavano aperto per porvi sopra statue et candellieri. Alcuni altri serravano l’entrate a cosi fatte tribune, con duoi muri fatti un di quà et l’altro di là. Chi pensa che per arrogere dignità a un Tempio, si debbino far le mura grossissime, si inganna. Percioche chi è quello, che non biasimasse quel corpo, che havesse qualche membro enfiato oltra modo? Oltra a che per fare le mura troppo grosse, si impediscono le commodità de lumi. Nella Ritonda quello eccellentissimo Architettore havendo bisogno di muro grosso, si servì solamente de gli ossami, et lasciò stare gli altri ripieni, et quei vani, che in questo luogo i poco accurati harebbono ripieni, occupò egli con zane, et altri vani; et in questo modo spese manco, resse la molestia del peso, et fece l’opera più gratiosa. Il muro vuole pigliare le sue grossezze da le maniere delle colonne, cioè che l’altezza sua corrisponda alla grossezza come fanno le colonne. Io hò considerato che gli Antichi nel Tempio usarono di dividere la testa della pianta in dodici parti, o dove e’ bisognasse farlo gagliardissimo, la divisero in nove, et per una di queste parti feciono grosso il muro. Il muro ne Tempii tondi non fu mai fatto da alcuno men’alto che per la metà del diametro del suo vano; molti lo feciono per le due delle tre parti del suo diametro, et alcuni per le tre de le quattro parti di esso diametro, con le quali altezze alzarono il muro di dentro insino al principio del voltare de la cupola. Ma i Maestri più saggi divisono il giro di questa pianta circulare in quattro parti, et secondo una di queste parti distesono una linea, et secondo la lunghezza di quella alzarono il muro di dentro, che corrisponda come undici a quattro; la qual cosa da molti et ne Tempii tondi, et ne quadrati, o in qual si voglia altra sorte di edificii in volta, è stato imitato. Ma dove oltre al muro, hanno da essere di quà et di là nella pianta del tuo edificio altre navi, accioche in quel luogo la larghezza de lo spazzo paia a riguardanti maggiore, alzarono alcuna volta le mura altanto de la larghezza de la pianta: Ma ne Tempii tondi non sarà l’altezza de le mura di dentro quanto quella de le mura di fuori; percioche il fine de le mura di dentro, sarà apunto dove comincierà la volta, ma il fine de le mura difuori bisogna che si alzi in fin sotto le grondaie. Questa parte adunque occuperà di tutta l’altezza de la volta, che è posta sopra le mura, il terzo; se il tetto sarà fatto a scaglioni: ma se il tetto sarà fatto piano col suo pendio ordinario, occuperà a l’hora il muro di fuori in quel luogo la metà de la altezza de la cupola. Il muro nel Tempio sarà

mol-