Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/235

Da Wikisource.

libro ottavo. 213

truovo per le misure di si fatti lavori che egli erano cosi fatti: Solevano gli Antichi fare la piazza del mezo de Cerchi, larga almanco sessanta cubiti, cioè braccia xl., et tanto lunga che la larghezza vi entrasse dentro sette volte; la larghezza si divideva in due parti uguali, tirando per lo lungo una linea giu per il mezo, sopra de la quale si collocavano le mete, o i termini in questo modo: Dividevano questa lunghezza in sette parti, una ne assegnavano a la rivolta, ch’occuperebbono i giucatori intorno a l’ultima meta ne l’andare correndo da la destra nella sinistra; distribuivano poi l’altre mete su per la medesima linea, di maniera che ne la lunghezza del Cerchio fussino ugualmente lontane l’una da l’altra, et occupassero di tutta la lunghezza cinque settimi, et era congiunta l’una meta con l’altra con un piano rilevato da terra non meno di sei piedi, che separava talmente di quà, et di là gli duoi spatii del corso, che o solo, o accompagnati i Cavalli che giucavano, ancor che e’ si voltassero, non havevano donde potessero attraversare. Et di quà et di là, a’ lati de cerchi, si facevano gradi da sedere non più che per il quinto, nè manco che per il sesto di tutta la larghezza de la piazza di mezo, et i gradi da sedere cominciavano appunto a la uguale altezza, et al piano del rilievo, o imbasamento, sopra il quale erano collocate le mete, accioche gli huomini non portassino, si come non facevano anco negli Amfiteatri, pericolo alcuno da le bestie. Infra le opere publiche sono ancora i luoghi da passeggiare, ne’ quali la gioventù si esserciti a giucare a la palla, a saltare, et a maneggiare le armi, et dove i padri si essercitino passeggiandovi essendo infermi; o facendosi portare, ripiglino le forze. Diceva Celso fisico, che lo essercitio è molto migliore a lo scoperto che a l’ombra: ma accioche ei potessino essercitarsi più commodamente a l’ombra, vi facevano atorno portici, co’ quali accerchiavano atorno la piazza; et la piazza da alcuni era lastricata di marmo, alcuni la facevano verde, la empievano di mortella, di ginepri, di cedri, et di cipressi; in cosi fatto lavoro facevano le loggie da tre lati scempie, et talmente grandi, che erano i duoi noni maggiori che le loggie del mercato. Ma nel quarto lato che guardava verso mezo giorno, si facevano le loggie spatiosissime, et doppie: In la facciata dinanzi usavano colonne Doriche, alte secondo la larghezza de le loggie: le colonne dinanzi con le quali si divideva il primo portico dal secondo, volevano che si facessino più alte, che quell’altre prime il quinto, per regger i comignoli, et per dare il pendio al tetto. Ne è maraviglia se per questo vollono ch’elle fussino Ioniche: Conciosia che le Ioniche di lor natura sono più lunghe, che le Doriche. Ma io non veggo già, perche causa in queste loggie non fusse lor lecito fare il cielo del tetto uguale, et piano da l’una banda, come da l’altra, conciosia che certamente egli harebbe havuto del gratioso: ma in amenduoi questi colonnati la grossezza de le colonne era di quella maniera. Ne le Doriche la grossezza da piede era due de le quindici parti di tutta la sua altezza col capitello, et con la basa: ma ne le Ioniche, et ne le Corinthie si dava a la grossezza da basso de la colonna una parte et mezo de le otto parti; che era l’intero del fuso de la colonna. L’altre cose si facevano come in quelle de Tempii, et accomodavano al lato al muro del portico gradi da sedere honoratissimi, acciò servissino a gli huomini gravi, et a filosofi a disputare de le cose eccellentissime; ma questi gradi da sedere, alcuni servirono per la estate, et alcuni per lo inverno. Conciosia che da quella parte dove poteva Borea, o Aquilone, vi facevano i gradi per l’estate, et da quella banda donde venivano i Soli lieti, et dove non potesse il vento, gli facevano per lo inverno, et per questo i gradi per lo inverno erano rinchiusi da alie di muro intere, et quelli per la estate levate le alie de le mura da gli lati che reggevano le testa, erano di verso borea aperti con alcune finestre, o più tosto colonnati, che guardavano liberamente verso il mare, o verso i monti, o verso il lago, o verso qual altra dilicatezza tu ti voglia di luoghi, et ricevevano


den-