Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/240

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218 della architettura

molte spatiose piazze, tanto che fussino ancora a bastanza a giuochi da correre; nè vi mancavano in luoghi accommodati mete, et termini, che fussino attorniate da i giuocatori aggirandole. Ne la piazza di verso mezodì, che serviva come un vestibulo a questo edificio, si faceva un mezo cerchio inverso mezo dì, nel quale si accommodavano gradi da sedere simili a quelli del teatro, et le mura in cerchio si alzavano sino ad alto, acciò defendessino altrui da Soli di mezodì, et tutte queste si fatte piazze erano serrate, come uno castello da un muro continovato, et in quest’ultimo muro si facevano alcune stanze da sedere, molto honorate o in mezo cerchio, o quadrate, che guardavano verso i tetti principali de le stufe. In questi luoghi da sedere stavano i Cittadini al Sole, et a l’ombra o da mattina, o da sera, o in qual’altra hora più li piaceva. Oltra di questo, et massimo verso settentrione dietro a quest’ultimo circuito de le mura, si facevano piazze scoperte, d’altezza mediocre, più lunghe, che larghe con disegno a guisa d’una linea piegata in arco: queste piazze havevano atorno una loggia in cerchio chiusa di dietro dal suo muro, la qual piazza non vedeva niente altro, che un poco di Cielo. Et cosi da questa sua piazza scoperta, infra il circuito del muro principale et maggiore, et infra questa loggia in cerchio, rimaneva un refugio per la state bonissimo; percioche il Sole et per la strettezza de la piazza, et per l’altezza de le mura vi entrava a gran pena nel solstitio de l’estate: ne le cantonate del circuito de le mura maggiori ancora vi erano Tempietti, ne’ quali purificatesi, et purgatesi le Matrone, erano solite sacrificare a loro Dii. Si che questa era la somma de le parti di che erano fatte le stufe, et i disegni di questi si fatti membri si pigliavano da quelle cose che noi habbiamo racconte disopra, et da quelle ancora, che ci restano a raccontare, secondo che più si confacevano o a queste, o a quelle, cioè o a le publiche, o a le private, et la pianta di tutta l’opera teneva più di undici mila piedi quadri.



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