Pagina:Alberti - Della architettura della pittura e della statua, 1782.djvu/285

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libro decimo. 263

bere, o assai perche serva a navigarvi, ci serviremo di quelle diritture che noi habbiamo racconte insino a qui. Ma non sarà il medesimo lavoro il fare i canali per haver gran copia d’acqua, et quello per haverne poca. Noi in questo luogo diremo prima quelle cose come habbiam cominciato, che bisognano per a acqua da bere. Et poi passeremo a trattare dell’acque da navigare. Il lavoro di cosi fatto rivo o e’ sarà murato, o pure sarà solamente una fossa. La fossa si farà di due sorti: o ella si farà in piano per la campagna, o veramente passerà per entro un Monte; il che chiamo mina, o canali sotto terra. In tutta duoi questi, dove tu troverrai o sassi, o tufi, o terreno più serrato, o cosa alcuna simile, che sia tale, che reggendosi da se stesso non impedisca il corfo dell’acqua, non harai bisogno di murarvi. Ma dove il terreno, o i fianchi de la fossa non saranno sodi, a l’hora bisogna murarli, se la medesima fossa si ha a cavare per le viscere dentro del terreno. Ella si caverà in quel nodo che di sopra ti dissi. Nel fare i condotti sotto terra a ogni cento piedi faccinvisi pori, et sfogatoi sopra, secondo che il bisogno del terreno richiede, et faccinsi murati. Io hò visti pozzi appresso de Marsi la dove cade l’acqua nel lago di pie di luco, murati eccellentissimamente di mattoni colti alti fuor dell’oppenione de gli huomini. Nella Città di Roma per insino a 441. anno da che ella fu fatta, non vi fu Condotto nessuno di acqua che fussi murato, di poi venne la cosa a quello, che e’ vi conducono i fiumi per aria. Et dicono che per Roma erano tanti Condotti di acqua murati in un tempo, che per essi tutte le case di Roma abbondavano di acqua. Ma da prima cominciarono a murare i Condotti sotto terra, il che haveva più commodità: Percioche il lavoro cosi nascoso era manco sottoposto alle ingiurie, et perche e’ non erano espolti a diacci, nè a caldi roventi del Sol Leone, ne conducevano le acque migliori, et più fredde, ne potevano essere interrotte o guaste, o volte altrove da li nimici, mentre scorrevano il paese. Di poi venne la cosa in tanta grandezza che per haver l’acque che salissino in alto per le fontane de gli horti, et per le stufe cominciarono a condurre per aquidotti fatti su gli archi con muraglia in alcun luogo alta più di centoventi piedi, et lunga più di sessanta milia passi: del che havevano ancora queste commodità. Percioche et altrove, et in Transteveri macinavano con l’acqua di quello aquedotto le biade, et i grani; il quale poi disfatto da li inimici, cominciarono a fare i mulini su per le navi. Aggiugni, che per la abbondantia de le acque lo aspetto de la Città, et l’aria ne divenne più pura, et più purgata. Aggiunsonvi ancora gli Architettori alcune cose, le quali facessino a proposito a certe hore, et in certi tempi a’ bisogni civili, con grandissimo piacere de le cose, che quivi si movevano, percioche alcune statue di bronzo, le quali andavano innanzi alla facciata de la fonte, rappresentavano i giuochi, et la pompa de’ Trionfi. Udivansi ancora organi musicali, et armonie, et concenti di voci molto sonore, et molti suavi, causate dal moto de la acqua. Gli Aquidotti murati, coprivano eglino di una volta alquanto grossa, accioche l’acqua non riscaldasse per i Soli. Et da lo lato di dentro li arricciavano, et incrostavano d’una corteccia, simile a quella con la quale dicemmo ammattonarsi gli spazzi, grossa almanco sei dita. Ma le parti de gli Aquidotti murati sono queste: Allo incile si fa un ricetto, dipoi giù per il Condotto si fanno le conserve de la acqua, ma dove si riscontrasse in terreno che fusse troppo alto, si cava nel terreno un bottino; allo sboccatoio, donde s’ha a versare l’acqua, si aggiugne le cannelle. Queste cose da legisti sono dichiarate, et terminate in questo modo: Il rivo è il canale, per la lunghezza del quale si conducono l’acque; il ricetto è quello, che si applica allo incile per avviare l’acque; le conserve son quelle, che serbano l’acqua publica: Il bottino è quello, che è cavato nel terreno con ripe atorno, dal quale si può vedere le acque; lo sboccatoio è la fine del Condotto, donde si verfano le acque. Tutte queste cose è di necessità che si fac-


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