mente. Adunque per quanto la stessa cosa
gli avvertiva, emendando in simili apparenze
ora le linee, ed ora le superficie, e
nettandole, e ripulendole, ottennero il desiderio
loro, e questo veramente non senza
loro diletto. Nè è maraviglia, che in
fare queste si fatte cose sieno cresciuti l’un
dì più che l’altro gli studj degli uomini
lino a tanto, che senza veder più nelle
primiere materie alcuni ajuti d’incomiuciate
similitudini, esprimino in esse qualsivoglia
effigie, ma altri in un modo, ed altri in
un altro: conciossiachè non impararono
tutti a far questo per una medesima via
o regola. Imperocchè alcuni incominciarono
a dar perfezione a’ loro principiati lavori,
e con il porre, e con il levare, come fanno
coloro che lavorando di cera, stucco,
o terra, sono da’ nostri chiamati mastri di
stucco. Alcuni altri incominciarono a far
questo solo con il levar via, come che togliendo
via quel che in detta materia è di
superfluo, scolpiscono, e fanno apparir nel
marmo una forma, o figura d’uomo, la
quale vi era prima nascosa, ed in potenza.
Questi chiamiamo noi Scultori; fratelli de’
quali sono forse coloro, che vanno scolpendo
ne’ sigilli i lineamenti de’ volti che
vi erano ascosi. La terza specie è quella
di coloro che fanno alcuni lavori solo con
lo aggiugnervi, come sono gli argentieri,
i quali battendo con i martelli l’argento,
e distendendolo o allargandolo a quella