Pagina:Alberti - Della pittura e della statua, Milano, 1804.djvu/152

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di leonbatista alberti. 121

vi, se egli non sapesse e quali sono le parti di una nave, ed in quel che una nave sia differente dall’altra, e quali sieno quelle parti, che a qualunque sorte di navilj si aspettino? E chi sarà quello de’ nostri Scultori, e sia pur quanto vuole considerato ed accorto, che se ei sarà dimandato: per qual ragione hai tu fatto questo membro in questo modo, o che proporzione ha egli con questo o con quell’altro membro, o quale è la proporzione di queste membra a tutta la abitudine del corpo? chi sarà dico quello che sia stato tanto diligente ed accurato, che abbia considerato ed avvertito il tutto tanto che basti, o quanto è ragionevole, e come si aspetta a chi vuol saper far bene la sua arte, della quale egli fa professione? Imparassi indubitatamente le arti, principalmente mediante la ragione, regola, e strada che si ha del farle. Nè sarà giammai alcuno che faccia bene alcuna arte, e sia quale ella si voglia, se egli non avrà prima imparate le parti di essa arte. Noi abbiamo trattato della misura, in che modo altri la pigli bene, e con il modine e con le squadre: ora ci resta a trattare del porre i termini. Il porre de’ termini è quel determinamento o stabilimento che si fa del tirare tutte le linee, e dello svolgere, del fermare gli angoli, gli sfondi, i rilievi, collocandogli tutti con vera, e certa regola a’ luoghi loro. Ed il determinare così fatto,