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di leonbatista alberti. |
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lavorare sia famigliare a’ miei Pittori e
Scultori, i quali se mi crederanno, se ne
rallegreranno. E perchè la cosa sia mediante
gli esempi più manifesta, e che le
fatiche mie abbino maggiormente a giovare,
ho presa questa fatica, di descrivere cioè
le misure principali che sono nell’uomo.
E non le particolari solo di questo o di
quell’altro uomo; ma per quanto mi è
stato possibile, voglio porre quella esatta
bellezza, concessa in dono dalla natura, e
quasi con certe determinate porzioni donata
a molti corpi, e voglio metterla, ancora
in scritto, imitando colui che avendo
a fare appresso a Crotoniati la statua della
Dea, andò scegliendo da diverse Vergini,
e più di tutte l’altre belle, le più eccellenti,
e più rare, e più onorate parti di
bellezze che egli in quelle giovani vedesse,
e le messe poi nella sua statua. In questo
medesimo modo ho io scelti molti corpi,
tenuti da coloro che più sanno, bellissimi,
e da tutti ho cavate le loro misure e proporzioni;
delle quali avendo poi insieme
fatto comparazione, e lasciati da parte gli
eccessi degli estremi, se alcuni ve ne fossero
che superassino, o fossero superati
dagli altri, ho prese da diversi corpi e
modelli, quelle mediocrità, che mi son
parse le più lodate. Misurate adunque le
lunghezze, e le larghezze, e le grossezze
principali e più notabili, le ho trovate che