Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/117

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moglie istruita ed educata è la fortuna di un uomo.... Oh che paradiso!» esclamò giungendo le mani sulla soglia della lunga sala colle pareti e il soffitto di legno verniciato, colla lunga credenza su cui scintillavano i serviti argentati e cristallerie fini. Dalle finestrine ornate di belle tende si vedeva giù tutto 1 immenso panorama della vallata e le cime bianche.

«Un paradiso....» ripetè lentamente l’albergatrice con un grosso sospiro. «No, non è un paradiso; nessuno pena in paradiso, e noi abbiamo di sopra un povero angiolo che non sa che cosa sia godere.»

In quel momento i ragazzi scesero dalla scala.

«Giacolino!» esclamò quasi trasalendo l’albergatrice. «Di dove vieni? Sai bene che non deve andare nessuno....»

«Oh mamma, me lo ha detto lei!» rispose il fanciullo, e accostandosele aggiunse piano: «me l’aveva raccomandato fin dal giorno che sono arrivato da Torino.»

«Dici davvero!?»

«Ma sì!»

«E.... come ha fatto?... Natale, di’, hai visto la nostra poverina?» Oh, com’era ansiosa, e che profonda pietà nella sua voce quando, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo interrogò: «Dimmi, come ha fatto? s’è messa a piangere? ti ha parlato?»

«No,» rispose Natale tranquillo, guardandola col suo sereno viso illuminato di bontà. «Giacolino m’aveva detto che non vuol veder nessuno: io allora le stesi la mano e le ho detto: — La ringrazio della sua gentilezza: se vuole verrò qualche altra volta. — Lei tirò di sotto lo scialle la sua mano ed io la presi e mi misi a ridere.»