Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/131

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«Oh,» fece Natale con un gesto largo: «ma io so che cosa tu devi provare.»

Dorina lo guardò con maraviglia. E vero — pensò — lui capisce tutto — e una gran fede in lui le riempì l’anima, rasserenandola.

«Dimmelo dunque come devo fare per essere allegra.»

Natale non aveva fatto un passo innanzi dalla soglia: «Ma, mi pare, che se tu pensassi meno ai tuoi mali.... se tu pensassi a tante altre cose e a tanta altra gente.... Io non so, insomma, ma mi pare che ci riuscirei.»

«Oh Dio, se tu mi volessi aiutare!»

«Aiutare?»

«Ma sì, dimmi che cosa devo fare! vedi, ti prometto qui, davanti alla mia Madonnina, che qualunque cosa tu mi dirai, io lo farò.»

«Lo farai?» e gli occhi larghi di Natale brillarono nel ricordare le dolci parole della mamma di Dorina, che non aveva mai dimenticate.

«Allora tu domani scendi quando arrivano i forestieri.»

«Oh Natale! ma ci saranno bambini; lo so già che ci sono tre bambini....» balbettò Donna spaurita.

«Ma tu scendi ugualmente» ripetè in tono calmo e deciso Natale. «Tu sei malinconica perchè stai sempre colla gente grande.»

Oh non posso.... non posso veder bambini.... se tu sapessi che male provo!» supplicò la povera infermina storcendosi le mani.

«Lo so,» rispose Natale facendo un passo innanzi, «ma ora lo devi fare perchè l’hai promesso.»

Ella lo guardò un momento senza parlare, fattasi