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Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/165

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tenta nessuno. Io fui sempre tagliata più alla buona ma lei par sia nata nella casa di un duca. —

Una buia e fredda sera di dicembre, Natale entrò con suo padre. «Oh, bravo Natalone!» disse Vincenzo, «leggi un po’ le notizie sulla gazzetta.» Secondo lui non v’erano maestri nè professori che sapessero legger bene come Natale, in modo «da far capire anche le cose difficili.»

Natale prese di sulla tavola il giornale del capoluogo e si mise a leggere l’articolo di fondo, in cui si difendeva calorosamente l’elezione a deputato di un industriale della vallata e si combatteva quella di un gran signore che aveva viaggiato molto, che aveva studiato molto, ma non aveva mai lavorato in tutta la sua vita.

L’albergatore approvò: — ben detto! ben detto! un industriale che conosca i bisogni della nostra valle e faccia votare finalmente questa benedetta ferrovia!... — E il segretario comunale gli fece eco: — Cose ne sanno i signori dei bisogni del paese. Sono abituati a badar soltanto alle cose grandi, loro! alle apparenze! i deputati signori non pensano che a far le spese per l’esercito e la marina, ma di tutto quel eh è utile al popolo non ce n’importa un cavolo! — Tutti dissero la sua e tutti erano d’accordo. Bernardo, richiesto del suo parere, si levò di bocca la pipa e, dopo avervi pensato un poco, disse: «Io darei il voto all’industriale; però non capisco perchè si dica che quel signore non ha fatto niente nella sua vita; viaggiare e studiare non vuol dire far niente. Che ne dici, Natale?»

Natale non aveva ancora levato gli occhi del giornale, pareva leggesse avanti: in realtà, ascoltava e pensava.