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Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/20

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Bernardo s’inginocchiò, ringraziò, promise, quand’ebbe riposta sul letto la sua piccola moglie, le disse:

«Io ho fatto ciò che hai voluto, ma non so ancora perchè.»

E lei rispose:

«Va alla chiesa: io mi sento un po’ debole e non posso venire. Quando tornerai te lo dirò.»

Bernardo andò, e tornò presto con un forte odor d’incenso appiccicato alla grossa giacca di lana e con la curiosità dipinta sulla sua larga faccia di bonaccione.

«Lontano da te io non so pregare» disse. «Don Pietro ci raccontò il Vangelo di S. Luca, quel pezzo, sai quando i pastori si dicono l’un l’altro: andiamo a Betlemme, andiamo a vedere che cosa è successo, che cosa il Signore ha fatto conoscere. L io pensavo intanto, senza volerlo: faccia presto, Don I tetro, che io possa tornar a casa e sapere che cosa è successo alla mia bambolina, che cosa il Signore le ha fatto conoscere ...»

Grazia si rizzò sui gomiti, cogli occhi illuminati, e disse seria: . .

«Dimmi, dimmi cosa hanno fatto poi i pastori!»

«I pastori?.... lo sai bene, Grazia, partirono subito per Betlemme e trovarono Maria in una stalla e il bambino Gesù coricato nella mangiatoia.»

«E poi?» .

«E poi» seguitò Bernardo, grattandosi la nuca e sollevando le sopracciglia con un’aria imbarazzata «poi.... non so più: tu lo saprai meglio di me, tu che conosci tutti i Vangeli.»

«Sì» rispose Grazia col visetto serio e accentuando