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Pagina:Albini - Il figlio di Grazia, Milano, Vallardi, 1898.djvu/26

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Paolino si fermò un momento, poi si rimise a correre in su prima di rispondere. Un freddo corse per la schiena di Bernardo.

Finalmente il ragazzo si fermò di nuovo su un gran masso e la sua voce sottile arrivò a Bernardo.

«E arrivata!...»

Bernardo sussultò, poi mandò fuori un sospirone di sollievo, dicendo: «Dio m’ha mandata una bambina! sia fatta la sua volontà!»

La voce di Paolo ripetè: «E arrivata una crea.... tura!» E scomparve giù dal masso, poi ricomparve ai piedi del dosso erboso su cui era Bernardo.

Questo si guardava intorno come trasognato, sorridendo fra sè. Sentiva di dover ringraziare Iddio che aveva finalmente esaudito il suo gran desiderio, ma non sapeva sollevare il suo pensiero. Nella sua testa e nel suo cuore si ripeteva una sola parola: padre! padre! sono padre! Gli pareva di non averci mai pensato prima, di non aver mai capito fino a quel momento che cosa precisamente volesse dire.

C'era nella sua casa una piccola creatura.... che non sapeva ancora che cosa fosse il mondo, che non conosceva ancora il suo papà e la sua mamma, essi che l’amavano già come se ci fosse sempre stata!

In quella Paolino arrivò su, tutto sudato e col fiato corto.

«Va giù, zio» disse «sto qui io a curar le bestie.»

Bernardo non dimandò altro e giù a saltelloni dal monte. Pensava: una bambina, dunque: una bambina! Che sia la benvenuta! ah, ah, chi sa a chi somiglia, se a me o a Grazietta? oh, che donnone, che donnone se somiglia a me! Basta, che importa se sia grossa