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L’amore della campagna 93

il sugo dei letamai e la spazzatura di sull’uscio delle stalle... Ma poi il nostro amore della campagna non arriva fino al punto di farci accorte ch’è nostro dovere di portare in una stanza più igienica quella famiglia annidata colle mucche e col maiale. Noi tratteniamo il respiro mente visitiamo un malato, ma di rado abbiamo il coraggio di spalancar le finestre. Noi sappiamo che gli uomini e i ragazzi che non vanno più a scuola, l’inverno fanno una vita da talpe lavorando poco e annoiandosi e dormendo molto, ma non pensiamo a iniziar nel paese qualche piccola industria che li tenga occupati e dia loro un po’ di guadagno nella stagione morta.

Noi pensiamo che i contadini sono in fondo gente felice, indipendente, che vive bene e non ha esigenze; che ha la fortuna di stare all’aperto e non sa star pulita. Noi mandiamo ad essi le nostre calze vecchie, i giubbini di lana peri bimbi; recitiamo e balliamo se occorre per fondar l’asilo infantile, ma occuparci veramente, seriamente, della loro educazione, sorvegliare che nelle scuole si dia un insegnamento pratico, sradicare i loro pregiu-

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