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mento: la sua ingenuità vera o impostale dalle convenienze, la sua ignoranza delle cose del mondo, finivano col darle una leggera tinta di fatuità che era oggetto dei sorrisi pietosi o delle burle dei nipoti birichini, ed essa, comprendendo, diventava ritrosa o ardita, sempre sgraziata, sempre tale da allontanare, da togliere a un uomo, qualsiasi idea di farle la corte. Se era timida, spesse volle si trovava isolata anche nella sua propria famiglia, nel circolo de’ suoi amici, in quel mondo che viveva e sentiva come ella non doveva vivere e sentire.

Di qui, o le creature tranquille e rassegnate che si fossilizzavano sui telai da ricamo, o quelle che s’attaccavano alla divozione con tutta la sterile passione del loro cuore e versavano per i dolori di Cristo tutte le lacrime lungamente represse di un loro proprio segreto dolore.

C’erano però anche quelle che non perdevano le illusioni, e continuavano a pettinar alla bambina i loro capelli radi e a stringersi ne’ lunghi busti attaccando le stringhe alla maniglia dell’uscio. Esse seguitavano a ridere in-

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