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200 | Le piccole virtù |
raccontava sorridendo: «Ma se è passato!» diceva, «consoliamoci che è passato...!»
Chi entrava in casa non aveva tempo di chiederle conto della sua salute, perch’ella, sempre cordiale, s’interessava alle gioie e ai fastidî degli altri e alla salute di chi stava meglio di lei.
Non c’è che dire, queste piccole virtù sono in fondo ben grandi e non fanno pompa di sè, non si mettono innanzi a svergognar nessuno, non hanno l’impetuosità un pochino sfacciata delle virtù grandi, ma un non so che di dignitoso, di ammodo, che impone rispetto e attrae.
«Qui tutto passa in silenzio tra la coscienza e Dio» dice il mio libretto, e come è vero quel che aggiunge più in giù:
«Chi è presente neppure si accorge talvolta perchè si sia detta una parola, perchè se ne sia taciuta un’altra: non penetra ai pensieri per comprendere come si è di opinione diversa: non penetra al cuore per sentire come si ha un’affezione contraria. E poi la pratica delle nostre virtù piccole si compie spesso tanto velocemente, che la vanagloria non ha nè tempo, nè agio di sorprenderle. Con un’occhiata, con un gesto, con un vocabolo,
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