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xlii Sofia Bisi Albini. La sua vita e la sua opera


Tre donne segnate dall’aspro pollice della morte si ritrovano insieme per l’ultima volta. Sono state tre alimentatrici della fiaccola della vittoria. A guerra finita si ritrovano sorridenti ed esaurite: una respira male, un’altra ha il volto acceso e i malleoli gonfi, Sofia è terrea.

Passa su loro un’ora dolcissima: le parole dette hanno mite significato, ma quelle non dette splendono intorno alle loro teste reclinate verso la terra.

Si salutano pianamente, sapendo che non si vedranno mai più.

Due saranno fieramente contese alla morte. L’una per vivere in olocausto di sè, sorridente e passiva, avendo per sempre misurati i passi, i respiri, le parole: mito vivente, come la Bella addormentata del bosco. L’altra ricaricata nelle molle del suo organismo da un medico possente, sempre con la morte accanto, sarà ributtata ferocemente nella vita per un suo nuovo aspro dovere.

Sofia riprende il treno, per ritornare a San Michele di Pagana. L’attendono gli ultimi fogli che essa scriverà contendendoli alle sofferenze. L’attende anche un’ultima gioia. Nel lettino accanto al suo, nella sua medesima camera, Maso, il fi-

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