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74 sant’eustorgio


Il fanatismo circondò la sua memoria, il culto santificò il suo nome: il popolo battezzava i suoi figlioli col nome di Pietro Martire, e in tutti i paesi della Lombardia e in molti fuori sorsero altari in onore dell’inquisitore assassinato.

Ma forse che lo spirito del Domenicano, — sincero nel suo fervore d’apostolo, — trovatosi al di là della vita in faccia alla verità, non sa rassegnarsi al culto di credenti ch’egli traviò senza volerlo? Le sue ossa mai non trovarono pace nella chiesa dove furono sepolte: tramutarono sarcofago e cappelle e altari: erano i suoi divoti che mai non lo lasciavano posare. La testa fu perfino staccata dal busto, e anch’essa mutò più volte di posto: portata nella casa dell’arcivescovo Giovanni Visconti, questi è preso da dolori al capo così atroci da fargli pensare che la testa del santo voglia ritornare in chiesa, e vi è riportata, mutando ancora più volte di reliquiario, finchè posò nella teca di cristallo, quasi che fosse uscito fuori per guardare un’ultima volta al mondo e dire l’ultima parola al popolo.

Perfino il magnifico dipinto del Tiziano, posto dai Domenicani di Venezia nella chiesa di San Giovanni e Paolo, — in cui Pietro da Verona, steso sul terreno, alzava gli occhi, non al pu-