Pagina:Albini - Voci di campanili.djvu/77

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sant’eustorgio 73

eloquenza, da sollevare la folla e farla piangere di dolore sulle proprie colpe e sugli errori degli altri.

Noi vediamo ancora nell’angolo della piazza il pulpito di pietra dal quale il domenicano parlava al popolo pigiato nel camposanto davanti la chiesa, accendendo colle parole infocate l’odio contro gli eretici, facendo apparire dovere di cristiano la persecuzione, mettendo nelle mani de’ giovani lo stendardo colla rossa croce, perchè in nome di essa combattessero anche col ferro contro chi, pur credendo in Cristo, osava sostenere opinioni contrarie ai dommi della Chiesa.

Era una serena mattina d’aprile del 1252 quando, tornando da Como con un compagno, sulla strada di Barlassina, Pietro da Verona fu assalito da sicarii sbucati dalla boscaglia, e pugnalato. Raccolto che già era spirato, portato verso la città, fu deposto nella prima basilica fuor delle mura, a San Simpliciano, e là accorse il popolo di Milano desolato, a vederlo un’ultima volta, a baciar i suoi abiti insanguinati e strapparne i lembi come reliquia sacra; e l’indomani fu trasportato, con pompa e dolore solenni, nella sua chiesa, a Sant’Eustorgio, ove fu seppellito.