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72 sant’eustorgio

conoscevano e non osarono toccare alle ossa venerate. Federico Barbarossa ebbe pure un superstizioso terrore delle mura consacrate al suo Dio, ma non si fece scrupolo di spogliare quegli altari ai quali s’inchinava a prendere l’ulivo nella Domenica delle Palme. I tre corpi preziosi che i Milanesi — temendo che la chiesa allora fuor delle mura venisse distrutta — trafugarono e nascosero sotto il campanile di San Giorgio al Palazzo, furono trovati dall’arcivescovo di Colonia che accompagnava il forte Imperatore, e rapiti, portati in Germania, furono accolti con tale entusiasmo di far elevare sopra la loro tomba una delle più splendide creazioni dell’arte gotica.



Alla chiesa del quartiere più popolare di Milano erano riserbate le avventure più rumorose e popolari.

Pietro da Verona venne a insediarsi, come capo dell’Inquisizione, nel chiostro accanto alla chiesa. Frate domenicano, egli aveva percorsa l’Italia predicando contro i cattivi costumi e contro gli eretici, con tale ardore e tale sentita