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palmente di considerare e di contemplare la luna che rischiarava quel tetto, i balconi, la via, la campagna, e udire i galli che nel silenzio altissimo della notte cantavano. Nelle sere di estate, imperocchè le loro case stavano a dirimpetto, andavasene a riposare nel giardino, sotto un arancio, e, mentre la sua sorella minore cantava, egli accompagnava quelle note col flauto, e l’ombra della giovane da dietro una invetriata movevasi.

Finalmente si manifestò il loro affetto, ed i parenti se ne compiacquero; massimamente la madre del giovane ebbe a riceverne contentezza, essendo una cosa desiderata da tanto tempo; in modo che avevano deputato il giorno della festa. Il giovane stava con poco meno opinione che di beatitudine, imperocchè giudicava che un amore altrettanto, e fortunato nel medesimo modo, non doveva nascere al mondo. Le sue sorelle, ancora sul limitare della vita, al giovane facevano festa e carezze, e gli componevano monde vesti. Oh s’immaginavano spassi, una novella compagna, la felicità nella loro casa! esse avevano sperato ed immaginato assai. Ancora gli aveano lavorato insieme con la madre un bianco panno rosato; ma quello,


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