Pagina:Alcune lettere delle cose del Giappone. Dell'anno 1579. insino al 1581, 1584.djvu/138

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Ì3«lettera il mare come il noflro, qual non pareua correffe i mavolajfe, per bàtter trenta retnièti tutù gwuanù Con tutto ciò levelegrandi defudetti Cariali, yuan do erauamo già qua fi al porto, ci giuri fiero: entrami) noi hrtna barchetta di Eloqui, qual era-venuto con molti Chrifliani per [occorrerci,ma i ladri ventilano edojfo a noi.Volfemo tornare dctr’o al noflrovaficel lo,ne ci fu ordine,per ciocbe già era tutto ferrato <& impauejnto per combattere -, e cofidinuouo tiranno erfo terra congra pericolovno adojfo all’altro,e fi nalmente ci faluamo ferina portar con noi cofa alca na. Tamaro i carfari a sbattete il noflro -vafcellò àuaft fin alla melone-ma per effer vicino a terra, Rioqui et altri Cittadini andorno per placarli,ma ìdarno: alla fine fu necejfario dar loro d’accordo ceto fcfàta milia cdxas,che far 3.no da Ceto tfquatàjcudt. Laféra delllfteffo V et: er divine Tliquidano chi flaua da trita miglia lontano,&anco Quitadono,& altri caualieri da diuerfe parti. Il padre difife la mcf fa il Sabbato,&ta Domenica delle palme & bencdtf fé i R,marnavi era tanta lagente, che maco patena filar dentro la tcr^a partc.L’iflep Domenica ci par timmo per V otta fami V diluire ci afpettaua infinita gente mar auìglidndofe della filatura del Tadrc, e della negre^a dei noflro moro. Ci accòpagriorno molti caualieri, prouededoci dì tutte le cauaìcature nece ffarie. &nelviagio civeniiianoincontto molti nobili.CJlendogid Vicini a ìacto doueflaYqùedatan godono,ci riceverono con gran folenniià, perciocbe non fola tutù i Cittadini flanano in ordine conrofe ’ r7 r&mi