Pagina:Alcune operette di Bartolommeo Gamba bassanese.djvu/151

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di giuseppe remondini. 143


addietro dal padre per esimia bontà di cuore in mezzo eziandio alle calamità e ai disastri. Potreste, è vero, riposare tranquillo all'ombra di una quercia cresciuta a sogno da far onta ai venti e alle tempeste, ma orrevolissima cosa vi sarà sempre il preferire al riposo una vita attiva, laboriosa, e fruttante opere di larga beneficenza.

Voi vi accorgete, uditori, che col rivolgere la mia orazione al figliuolo vi ho pur troppo condotti a quell’istante in cui, deplorando la perdita del genitore, si desta negli animi nostri una troppo acerba amarezza. Ah sì! per quell'ottimo cittadino, per quel ragguardevole padre di famiglia, di cui vi ho trattenuti sinora, sciogliamo il freno alle lagrime, rompiamo puro in flebili lamenti, poiché già balle improvvisa l’ultima sua ora ferale. Viveva egli vita vegeta e sana, quando, colto da insuperabile stagnamento di sangue, gli mancano ad un tratto sensi e loquela, e già minaccia di esserci tolto per sempre. Ah la scena di quel momento tuttora mi raccapriccia! Giaceva l'ottima consorte miseramente afflitta di morbo febbrile; era l'affettuoso figlio confuso e atterrito; vedeasi i famigliari immersi nella costernazione. La più cara, la più tenera, la