Pagina:Aleardi - Canti, Firenze 1899.djvu/352

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312 i sette soldati.

E il lor cenere è sparso ai quattro lati
Del moribondo impero.
Ite, o donne, coi macri orfani in collo
Dinanzi a voi spiegando,
Simbol d’immenso lutto, il funerale
Stendardo giallo e nero: ite, e levate
A mille a mille la canzon dei morti
Per le serbe vallate.

VI.

     Con tal procella di pensier che invano
Significar con l’impotenti rime
Si trova la pittrice arte dei carmi,
Io m’innoltrai nel piano
Vie più di membra mutile, di rotti
Carriaggi sparso e d’armi.
Era un silenzio pauroso. In questa
Campagna dei sospiri
Non sentivi un sospir. Pure un momento,
Quasi ronzío d’insetto vagabondo,
Mi parve udir maravigliando il lento
Mormorare d’un salmo. L’inquïeto
Sguardo girai d’intorno, e vidi in mezzo
A un denso rovereto
Starsi un mesto, diritto in fra due morti.
Le lunghe pieghe de la veste nera,
L’onda fluente dell’intonso crine,
I severi conforti
De le voci latine
Mi palesâr che gli era
Un ministro dell’ara.