Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/109

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Nell’atto che l’Indiano per la sicurezza della sua rapida vista e la proiezione delle sue freccie manteneva questo circolo impenetrabile a chiunque, non lasciava tuttavia di guardare con scrupolosa attenzione la corrente e le rive del fiume.

Il pesce che guizzava a fior d’acqua e poteva andar ad offendere la fanciulla; una serpe verde, innocua, che si attortigliasse alle foglie degli aguapè; un camaleonte che si assolinasse, facendo scintillare il suo prisma di fulgidi colori; un saguì, ossia bertuccino bianco e chiomato, che si divertisse a far scherzi maliziosi sospendendosi per la coda al ramo di qualche albero, tutto quanto potesse causare un affanno alla fanciulla, l’Indiano lo facea fuggire se lontano, e se era da presso, configgeva l’animale immobile sopra il tronco o sopra il terreno.

Se un ramo trascinato dalla corrente passava, se un poco di terra smottava dal margine petroso del fiume, se il frutto di una sapucaia1, sospesa sopra il Paquequer, staccavasi dal suo gambo, l’Indiano, veloce come il tiro del suo arco, lanciavasi al corso, e arrestava il coco nel mezzo della sua caduta, o precipitavasi nell’acqua dall’altezza di venti palmi e raccoglieva gli oggetti che galleggiavano.

Cecilia poteva esser offesa dal tronco portato dalla corrente, dal frutto che cadeva; poteva im-

  1. Albero altissimo, che porta un frutto della grossezza e della forma di un coco.