Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/119

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largo solco tracciato tra i fusti di quelle piante non potea esser prodotto, che da un animale di gran corpo.

Diessi a correre rapidamente pe’ rami degli alberi, attraversò il fiume sopra quel ponte aereo, e ascoso tra le frondi, riuscì a collocarsi perpendicolarmente al luogo ove ancora si facea notare l’oscillazione.

Vide allora seduti fra gli arbusti due selvaggi mal coperti da un grembiule di penne gialle, che coll’arco teso e la freccia in atto di partire aspettavano che Cecilia passasse nella direzione di un vano lasciato dalle pietre, per iscoccare il colpo.

E la fanciulla scevra di cure, tranquilla, già avea teso il braccio, e solcando l’acque passava sorridendo avanti la morte che la minacciava.

Se si fosse trattato della sua vita, Pery sarebbe rimasto calmo; ma Cecilia correva un pericolo, e però nè fece riflessione, nè misurò il cimento cui si esponeva.

Lasciossi cadere come una pietra dall’alto dell’albero; delle due freccie che partivano, una se gli confisse nell’omero, l’altra sfiorandogli i capegli mutò direzione.

Si levò in piedi, e senza nemmeno pensare a svellersi la saetta dalla spalla, d’un sol movimento trasse dalla cintola le pistole ricevute dalla sua signora, e spaccò la testa dei selvaggi.

Udironsi due gridi di terrore, che partirono dall’opposta riva, e quasi subito la voce tremola e collerica di Cecilia che chiamava: