Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/139

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mille volte di quello che feci, e tuttavia sembrami che sarei capace di farlo di nuovo.

— Ma, signor Alvaro, dimenticate che parlate di cosa che ignoro; so appena che si tratta di una disubbidienza!

— Vi ricordate che ieri mi ordinaste di custodire un oggetto, che....

— Sì l’interruppe la fanciulla arrossendo; un oggetto che....

— Che vi apparteneva, e ch’io contro vostra volontà vi restituii.

— Come! che dite?

— Oh! perdonate! fu un atto d’audacia! ma....

— Ma infine io non intendo una parola di tutto questo! sclamò la fanciulla con un moto d’impazienza.

Alvaro vincendo al fine il suo imbarazzo, raccontò prestamente ciò che avea fatto la sera innanzi.

Cecilia, udendolo, ripigliava la sua serietà.

— Signor Alvaro, diss’ella in tuono di rimprovero, faceste male a prendervi questa licenza, molto male! Che nessuno almeno lo sappia.

— Lo giuro sul mio onore!

— Non basta; voi stesso disfarete quello che avete fatto. Non aprirò quella finestra, finchè vi sarà colà un oggetto, che non venne da mio padre, e che non posso toccare.

— Signora!... balbettò il giovane pallido e confuso.

Cecilia alzò gli occhi, e vide nel volto di Al-