Pagina:Alencar - Il guarany, I-II, 1864.djvu/37

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reato in diritto canonico che ve l’insegnò? rispose il cavaliere scherzando.

— Nè l’una nè l’altro, signor cavaliere: fu un commerciante della via de’ Mercanti, che pur mi mostrò broccati costosi, e bei vezzi di perle ben acconci al presente di un gentil cavaliere alla sua dama.

Alvaro arrossì la terza volta.

Decisamente il sarcastico avventuriere col suo spirito mordace trovava modo di affibbiare a tutte le domande del giovane un’allusione che lo disagiava; e ciò nel tuono il più naturale del mondo.

Alvaro volle troncare a questo punto la conversazione; ma il suo compagno di viaggio proseguì colla più amabile disinvoltura:

— Non entraste per caso nella bottega del mercatante, che or menzionai, signor cavaliere?

— Non me ne ricordo; e credo di no, perchè appena ebbi il tempo di dar sesto alle nostre faccende, e non me ne avanzò per vedere coteste delicature di dame e nobili donzelle; disse il giovane freddamente.

— È vero! riprese Loredano con un’ingenuità simulata; questo mi fa sovvenire che dimorammo soli cinque giorni al Rio de Janeiro, quando le altre volte non eran meno di dieci o quindici.

— Ebbi ordine di tornare colla massima prontezza; e credo, signore (continuò gittando sull’avventuriere un’occhiata severa), che non debbo conto delle mie azioni se non a quelli cui diedi il diritto di chiederlo.