Pagina:Alencar - Il guarany, II, 1864.djvu/59

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La palla della sua carabina o della sua pistola era una fida messaggiera, che a trenta passi colpiva l’uccello che libravasi nell’aria o la foglia che si moveva in balìa del vento.

Molte fiate, sullo spianato della casa, Loredano avea visto Alvaro, che, dopo aver fatto miracoli ne’ tiri, spezzava nell’aria le saette che Pery lanciava apposta, perchè gli servissero di bersaglio.

Cecilia batteva le mani d’applauso; Pery era contento in veder la signora allegra, e benchè per lui, che sapeva fare assai più, ciò fosse cosa volgare, lasciava che il giovane conservasse la superiorità, e fosse ammirato da tutti.

Ma Alvaro sapeva che un uomo solo potea contendere con lui, e togliergli il vantaggio in qualsivoglia arma, e questi era Pery; perchè all’arte aggiugneva la superiorità del selvaggio, avvezzo dalla culla a quella guerra costante ch’è la sua vita.

Loredano avea quindi ragione di esitare ad assalire di fronte un nemico di tal fatta; ma la necessità urgeva, e del resto era anch’esso agile e coraggioso.

Corse difilato ai cavaliere, risoluto a morire o a salvare la sua vita e la sua fortuna.

Alvaro, vedendolo avvicinare, corrugò il sopracciglio; dopo il seguito la sera innanzi e in quella stessa mattina, odiava un tal uomo o anzi lo disprezzava.

— Ritengo che abbiate lo stesso pensiero che io, signor cavaliere? disse l’avventuriere, arrivato a tre passi di distanza.