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Nè solo l’avea trovato, ma già avea cominciato a porlo in pratica; tutto lo aiutava, persino gli stessi nemici, che lo lasciavano in pace, assaltando unicamente il lato della casa difeso da don Antonio de Mariz.
Passeggiava pertanto, lusingandosi di nuovo colle sue speranze, quando un avventuriere, uscendo fuori dello stanzone, accostossi a lui.
— Un intoppo, cui non ci attendevamo!... disse l’avventuriere.
— Che cosa? dimandò Loredano con vivacità.
— Una porta chiusa.
— Si apra!
— Non sì agevolmente.
— Lo vedremo.
— È puntellata dal di dentro.
— Avranno avuto qualche presentimento!...
— Fu l’idea che già mi venne.
Loredano fece un gesto disperato.
— Vieni!
Ambedue s’avviarono allo stanzone, ove dormivano gli avventurieri, armati e pronti al minimo segnale d’assalto.
Loredano svegliò uno di loro, e per precauzione lo mandò a far la guardia sullo spianato, quantunque non sospettasse di essere attaccato da quella parte dai selvaggi.
L’avventuriere ancora stordito dal sonno, levossi ed uscì.
Loredano e il suo compagno si diressero verso una stanza interna, che serviva di cucina e credenza in quella parte della casa.