Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/108

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Gli venne un buon pensiero; alzò la mano ancora bagnata, e toccò il viso di Loredano; nell’atto che questi diè un passo indietro per tirare la pugnalata all’oscuro, l’Indiano scivolò tra lui e la porta.

Ebbe non pertanto ferito il braccio sinistro; ma non mandò fuori un gemito, non fece un sol moto che lo tradisse; arrivò al fondo dello stanzone prima che l’avventuriere tornasse col lume.

Ma Pery non era ancor soddisfatto; il suo sangue poteva denunciarlo, ed egli non doveva in alcun modo indur sospetto in Loredano che fosse stato colà.

I vipistrelli che svolazzavano spaventati attorno al soffitto, gli fornirono un buono spediente per trarsi d’impaccio; afferrò il primo che gli passò alla distesa del braccio, e facendogli una scalfittura col pugnale lo lasciò andare.

Sapea che il vampiro correrebbe in cerca della luce, e andrebbe a svolazzare attorno i due avventurieri; prometteasi che le goccie di sangue cadenti dalla sua ala ferita, li ingannerebbero; l’effetto rispose alle sue previsioni.

Come tosto Loredano disparve, Pery continuò l’esecuzione del suo disegno; venne a un canto dello stanzone ove ci avea un resto di fuoco coperto dalla cenere, e vi gettò sopra qualche arnese degli avventurieri che ivi stava asciugando.

Questa volta non ebbe tema di tradirsi; nulla di più naturale infatti che la roba fosse caduta sul fuoco o pel proprio peso o pel vento; e bruciando riempisse la casa di fumo.