Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/136

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ricusava i fiori, com’avea ricusato i frutti; ributtava l’ebbrezza del piacere, com’avea ributtato l’ebbrezza del vino.

La fanciulla lo allacciò colle sue braccia, gli mormorò alcune parole mozze di un linguaggio sconosciuto, del linguaggio degli Aimorè, che Pery non intendeva; era forse una preghiera o un conforto, con cui si studiava di mitigare il dolore del vinto.

Mal sapea che l’Indiano andava alla morte felice; che attendeva il supplizio come il compimento di un dolce sogno, come la soddisfazione di un desiderio bramato e per molto tempo accarezzato con amore.

Ma potea ella, povera selvaggia, presentire o pur anco comprendere una tal cosa? Ciò che sapeva era che Pery dovea presto esser morto; che dovea disacerbargli quell’ultima ora, e che adempiva a questo dovere con un certo contento.

Pery sentendosi cingere il collo dalle braccia della fanciulla, la ributtò vivamente da sè; e volgendosi procurò di discernere tra le frondi gli apparecchi che gli Aimorè facevano pel sacrifizio.

Doleagli che indugiasse il momento supremo di esser immolato alla collera e alla vendetta dei nemici; la sua alterezza rivoltavasi contro quell’umiliazione di prigioniero.

L’Indiana continuava a mirarlo tristamente, e senza comprendere il motivo per cui era ribut-