Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/153

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Loredano disperato per questo nuovo ostacolo, di cui conosceva la forza, passeggiava da un capo all’altro della sala.

— Stupidi! mormorava tra sè. Basta un pezzo di legno o un po’ d’argilla per farli indietreggiare! E pretendono di esser uomini! Animali senza intelligenza, che neppur hanno l’istinto della conservazione!...

Passarono alcuni minuti; gli avventurieri inoperosi aspettavano la risoluzione del loro capo.

— Avete paura di toccare i santi, disse Loredano facendosi avanti; ebbene, sarò io quello che abbatterà la parete. Continuate e avvertitemi quando n’è il tempo.

In questo intervallo gli altri avventurieri rimasti nello stanzone udirono dalla guardia ciò che essa avea saputo da mastro Nunes.

Allorchè seppero che Loredano era un frate spergiuro de’ suoi voti, si levarono furiosi in cerca di lui per lapidarlo.

— Che state per fare? gridò l’avventuriere. Non è così che deve finire; la sua morte ha da essere una punizione, una terribile punizione. Lasciatene a me la cura.

— A che altre dimore? rispose uno de’ suoi compagni.

— Vi prometto che non ci saranno indugi; oggi stesso sarà condannato; dimani riceverà il castigo de’ suoi misfatti.

— E perchè non adesso?

— Lasciamogli il tempo di pentirsi; bisogna