Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/152

Da Wikisource.

— 10 —

— Faremo dire una messa per le loro anime.

— Ben pensato! rispose Loredano.

Gli avventurieri si posero ad aiutare il loro compagno nella demolizione della parete, e Loredano si ritrasse da un canto.

Per qualche tempo accompagnò colla vista il lavoro di que’ cinque uomini; dipoi trasse un largo cinturino di lamine d’acciaio che gli stringeva la persona.

Dalla parte interna di quest’arnese ci avea una stretta apertura, d’onde estrasse una pergamena piegata per lo lungo; era il famoso itinerario delle miniere d’argento.

Rivedendo quella carta, tutto il suo passato gli si schierò davanti alla memoria, non per lasciarvi il rimorso, ma per eccitarlo ad andare in busca di quel tesoro che gli apparteneva, e di cui non poteva ancora godere.

Fu tolto dalla sua distrazione da uno degli avventurieri, che gli si era fatto da presso senza ch’ei se n’accorgesse, e che dopo aver guardato per un buon pezzo la carta, gli disse:

— Non possiamo gettar a terra la parete.

— Perchè? dimandò Loredano alzando la testa. È assicurata?

— Non è ciò; basta un urto; ma l’oratorio?

— Che c’entra l’oratorio?

— Che c’entra? I santi, le immagini sacre, benedette, non sono cose che si rovesciano al suolo! Se ci prendesse una sì dannata tentazione, chiederemmo a Dio che ce ne liberasse.