Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/172

Da Wikisource.

— 30 —

Quando entrò nella sala, allora vuota, per prendere le sue armi, Isabella, già consapevole del suo proponimento, giunse pallida e accorata e corse al suo incontro.

— Andate a battervi? diss’ella con voce tremante.

— Vi maravigliate di ciò? Non ci battiamo tutti i giorni coll’inimico?

— Da lungi!... difesi dal sito! Ma adesso è cosa ben diversa!

— Non vi accorate, Isabella! Fra un’ora sarò di ritorno.

Il giovane si pose le pistole e la spada alla cintola, e si mosse per uscire.

Isabella lo agguantò per le mani con un moto repentino; i suoi occhi scintillavano d’una luce strana; le sue guancie stavano come accese da un vivo fuoco.

Alvaro cercò sciogliere le mani da quella pressione ardente, appassionata:

— Isabella, diss’egli con dolce rimprovero; volete che manchi alla mia parola, che mi arretri innanzi ad un pericolo?

— No, giammai vi chiederei una simil cosa! sarebbe d’uopo ch’io non vi conoscessi, e che non... vi amassi!...

— Ma dunque lasciatemi partire.

— Ho una grazia a implorare da voi.

— Da me?... In questo momento?

— Sì! In questo momento!... Non ostante ciò che mi diceste poc’anzi, malgrado il vostro