Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/227

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Muti, rassegnati, nessuno di quegli uomini lasciava sfuggire un lamento, un sospiro qual si fosse; l’esempio del capo ravvivava in loro quel coraggio eroico del soldato, che muore per una causa santa

Prima di obbedire agli ordini di don Antonio de Mariz, essi aveano eseguito la sentenza, proferita contro Loredano; e chi fosse passato allora sopra lo spianato, avrebbe visto intorno al palco su cui stava legato il frate, una fiamma vermiglia, che lambiva la catasta e si attortigliava ai tronchi della legna.

Loredano già sentiva il fuoco avvicinarsi, e il fumo elevandosi a globi lo avvolgeva come fra una densa e fosca nuvola; è impossibile a descriversi l’ira, la rabbia, il furore che s’impadronirono di lui nei momenti che precedettero il suo supplizio.

Ma ritorniamo alla sala ove si trovavano riuniti, i principali personaggi di questo racconto, e dove stanno per succedere le scene forse più importanti di questo dramma brasiliano.

La calma profonda che regnava in quella solitudine non era stata turbata; tutto era silenzio; e le dense tenebre della notte non lasciavano scorgere gli oggetti a pochi passi di distanza.

D’improvviso liste di fuoco attraversarono l’aria, e piombarono sulla casa; erano le saette incendiarie dei selvaggi, che annunziavano il principio dell’assalto: per alcuni minuti fu come una pioggia di fuoco, una cascata di fiamme, che si posavano sopra l’abitazione.