Pagina:Alencar - Il guarany, III-IV, 1864.djvu/237

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acconciare alla meglio un letto, alcuni viveri che rimanevano nella casa; ricordossi perfino che don Antonio avrebbe bisogno di denaro, tosto arrivato al Rio de Janeiro, persuaso che non esiterebbe a salvar sua figlia.

Giunto in riva al fiume, l’Indiano adagiò la sua signora nel fondo della piroga, come una bambina nella sua cuna, l’avvolse nel suo manto di seta per ripararla dalla rugiada della notte, e dato di mano ai remi, fè guizzar la barchetta sull’acqua come un pesce.

A qualche distanza, traversò un vano della foresta, Pery vide sulla roccia la casa rischiarata dalle fiamme dell’incendio, che cominciava a divampare con molta intensità.

D’improvviso una scena fantastica, terribile, appresentossi al suo sguardo, come una di quelle visioni rapide, che sfolgoreggiano e si spengono di repente nel delirio dell’immaginazione.

La facciata della casa stava all’oscuro; il fuoco erasi appreso alle altre parti dell’edifizio, e il vento lo scagliava nell’interno.

Pery alla prima occhiata avea visto i corpi degli Aimorè che si muovevano nell’ombra, e l’aspetto orribile, spaventevole di Loredano, che si elevava come uno spettro dal mezzo delle fiamme che lo divoravano.

D’improvviso la facciata dell’edifizio rovinò sullo spianato, schiacciando nella sua caduta un gran numero di selvaggi.

Fu allora che il quadro fantastico disegnossi agli occhi di Pery.