Pagina:Alestra - Il cielo, 1896.djvu/14

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dei sovrani principj a noi c’impone
160ascoltare il linguaggio armonïoso
che dal tumulo al ciel manda la sera.
E tu posi tranquilla, onniveggente
Natura, e sopra te questo bel cielo
che beasti di tua forma sovrana,
165splende degli astri sede maestosa,
che si ravviva al palpito possente,
delle superbe tue cosmiche leggi.
O divina alle genti! da te, sola
una voce ascoltar basti, il poeta,
170che tutto del supremo orbe egli senta,
nell’alma fremer, l’anima del mondo.
Lucenti nella notte in questo incanto,
di mondi solitarj raggi miti,
nell’interspazio giungono alla Terra,
175sereni nell’etereo campo, quali
lagrime d’oro su damasco nero
riscintillanti di bagliore gemmeo,
in quel vasto succedersi di mondi
subordinati e più diffusi in cielo,
180del Sennahar sulla rigida pianura:
brillano d’un tremor rosso di plasma,
soggetti eccelsi a’ prezïosi studj
che tragge dalla specula l’astronomo,
assorto sopra il vigile cristallo,
185che, delle somme cose a lui disvela,
l’impalpabile anima infinita,
finchè alla Terra ricondotto il Sole