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libro ii - capitolo v
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eseguire, si dimostri soltanto che lo scrivere è la sola arte che basti a se medesima, e il di cui artista ritrovi tutta in se stesso la materia per eseguire. Onde, non solamente il pittore, scultore e architetto, abbisognano di tele, di colori, di marmi, e di chi loro commetta e paghi il lavoro; ma il legislatore, il politico, il capitano, ove non abbiano e stato e popolo e soldati, nulli affatto per se stessi riescono; o, se pure adombrare vogliono i lori vasti e negati disegni, si fanno scrittori; e cosí all’immortalitá arrivano per via piú lenta ma piú durevole. E non mi si dica che appunto per lo aver tutto in se stesso, lo scrittore abbia piú facilitá, che non è per certo cosí; anzi tanto è severo il mondo per gli scrittori, che ai soli eccellenti accorda la fama; in vece che anche ai non sommi artisti ne accorda pure una certa; perché un quadro, una statua, una reggia od un tempio, ancorché non siano eccellenti, non costano però niuna fatica a chi li rimira, e di alcun utile riescono a chi se ne prevale. Cosí anche una certa fama si accorda ai legislatori benché mediocri; ed una, ma assai meno durevole, ai capitani felici. Tanto può piú, presso al comune degli uomini, il fare che il dire. Non pensano essi che il dire altamente alte cose è un farle in gran parte; e che per lo piú chi ben disse, in paritá di circostanze, di tanto avrebbe superato chi ben fece di quanto dovea il dicitore aver avuto un ben maggior impulso per darsi interamente ad esaminare, conoscere, innovare o rettificare una cosa da cui, non potendola egli eseguire, niuno altro frutto per allora sperava che la semplice gloria d’averla ben ideata e ben detta. Non si può fortemente ritrarre ciò che fortissimamente non si sente; ed ogni gran cosa nasce pur sempre dal forte sentire. Esemplifico e domando: Omero in paritá di circostanze non avrebbe egli potuto essere quello stesso Achille o quell’Agamennone o quel Priamo che con tanta fantasia, con tanta dignitá e veritá egli immagina e ritrae? Ma Omero è maggiore assai di costoro nella piú lontana memoria degli uomini, perché, oltre la possibilitá che si vede in lui di far cose grandi in valore ed in senno, riunisce anco in sé la divina arte di ben inventarle e di ottimamente colorirle ed esprimerle.