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ii. del principe e delle lettere
 



Io perciò credo che lo scrittore grande sia maggiore d’ogni altro grand’uomo; perché oltre l’utile che egli arreca maggiore, come artefice di cosa che non ha fine e che giova ai presenti ed ai lontani, si dée pur anche confessare che in lui ci è per lo piú l’eroe di cui narra, e ci è di piú il sublime narratore. Ed in fatti, gli eroi nati dopo quell’Achille (interamente forse fabbricato nella testa d’Omero) tutti vollero piú o meno rassomigliarsi a lui. Ma se un eccellente scrittore vuol dipingere un eroe, lo crea da sé; dunque lo ritrova egli in se stesso. L’uomo in somma non può perfettamente inventare e ritrarre ciò che egli non potrebbe (avendone però i mezzi necessari) eseguire; ma può bensí l’uomo eseguire ciò che ritrar non saprebbe. Onde io nell’esecutore di una impresa sublime ci vedo un grand’uomo; ma nel sublime inventore e descrittore di essa, a me pare di vedercene due.

Ritornando ora al mio proposito (da cui pure mi son forse dilungato assai meno di quel che si paia) dico che se innegabil cosa è che lo scrittore di cose sublimi debba essere di sublimissimo animo, e ch’egli abbia tutti in se stesso i mezzi dell’arte sua, innegabilissima sará ch’egli disonora l’arte e se stesso, cercando o ricevendo protezione o soccorsi di cui non ha egli bisogno; poiché i suoi mezzi per eseguire sono semplicemente poca carta, inchiostro ed ingegno; mezzi che nessun principe gli può dare, se a lui gli ha negati natura. Ma non è giá delle arti cosí. Da prima, per esser elle opera di mano, raramente vi si acconciano persone altamente educate, ed agiate dei beni di fortuna; poi, perché l’esecuzione di esse riesce faticosa, dispendiosa ed incomoda, non ne può essere mai indipendente l’artefice. E in fatti la pittura, che pure è la meno incomoda di tutte le belle arti, si può ella vantare di aver avuto mai alcuno eccellente artefice che prezzolato non fosse? Una cosa che si fa per vendersi abbisogna di compratore; ed ecco tosto la dipendenza e servitú di quell’arte. E benché si vendano anche i libri, si possono pur farli senza venderli; e prima della stampa cosí accadeva per lo piú. Ma un pittore che abbia e molto e bene dipinto per serbare o donare i propri quadri non