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Pagina:Alfieri, Vittorio – Della tirannide, 1927 – BEIC 1725873.djvu/206

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ii. del principe e delle lettere
 



allignare potea, fuorché l’insegnare e il cantare la vera virtú; come nel principato tutte allignare vi possono, e vi allignano, meno questa.

Ma che le scienze per veramente prosperare abbisognassero di molta protezione e favore, ne sono indubitabile prova i giganteschi progressi fatti da esse nei moderni principati. Cosí il deterioramento delle lettere, o il loro scopo affatto scambiato, o tanto piú debolmente ricercato nelle moderne servitú, sono indubitabile prova che, non solamente esse non abbisognano di protezione o favore, ma che immenso danno ne ricevono. A corroborare quanto io asserisco concorrono a gara le diverse accademie di scienze e di lettere, seminate nei principati d’Europa, che di effetto cosí diverso fra esse riescono: le prime diedero e danno in ogni parte gran lumi e grandi scienziati; dalle seconde non è uscito mai un grand’uomo; ma se pure alcun grande è stato da esse allacciato e fatto entrar nei lor ceti, di tanto minore lo han fatto, col dargli questa cittadinanza di raddoppiato servaggio. E ben vede ciascuno, semplicissimamente osservando, che una tal differenza sta tutta nella sola definizione di questi due generi. Le leggi dei corpi non offendono il principato: le leggi e passioni dell’uomo, alla loro piú vera e utile via indirizzate, il principato annullano e sradicano. Dai principi quindi protette sono le scienze per veramente innalzarle; protette le lettere, per avvilirle, deviarle ed opprimerle: poiché annichilare affatto elle pur non si possono, finché ci son uomini che leggere sappiano e passioni che sovra il loro cuore ruggiscano.

Provano dunque, e con prova di evidenza, i semplici fatti che la protezione non solamente non nuoce alla perfezione delle scienze, ma che le giova non poco; e che al contrario sommamente ella nuoce alla piú divina parte delle lettere; cioè alla veritá, e all’utile che da esse può ridondare. Ma ciò non mi basta; e piú oltre spingendomi, dico che senza protezione non avrebbero mai prosperato le scienze; e che non hanno prosperato mai vere lettere, dove protezione elle avessero. E di passo mi conviene osservare che la protezion principesca