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ii. del principe e delle lettere
 



metallo non piaccia e non giovi assai piú che quel noioso novero e peso di tanta mondiglia. Cosí, non può esser mai paragonabile l’effetto d’una veritá fortemente lumeggiata dalla energica penna di un libero scrittore, acceso e sforzato dal naturale suo impulso, all’effetto di una veritá debolmente accennata, guasta, e in mille tortuosi giri ravvolta e affogata tra mille falsitá dalla timida penna di un dipendente scrittore, strascinato piú assai che spinto dall’artificiale suo impulso.

Chi vuole di ciò convincersi con gli esempi paragoni Racine, dove egli non parla di amore (passione sola matricolata nei nostri governi, e sola quasi dagli antichi sommi de’ piú bei tempi taciuta) lo paragoni, dico, ai tragici greci lá dove d’amore ei non parla, e dove egli non traduce dal greco; credo che si convincerá pienamente che quegli antichi greci, spinti da impulso naturale, senza altra protezione che l’amor della lode, né altra imitazione che il vero, inventavano e scrivevano per insegnare virtú, veritá e libertá ad un popolo libero, dilettandolo: in vece che il tragico francese, mosso da impulso artificiale, sotto la protezione e approvazione d’un principe, scriveva imitando e tremando; e quindi per dilettare e non offendere un popolo non libero e snervato, egli traduceva in tratti sdolcinati di amore i piú focosi e sublimi tratti della greca energia; tacitamente cosí confessandosi minore dei suoi modelli, non solo per le diverse circostanze, ma piú assai per proprio sentimento ed impulso.

Sia dunque l’artificiale impulso una delle tante false gemme del principato; e il mezzo sentir propagandovi, l’intero sentire vi vada egli, per quanto il può, soffocando. Ma il naturale divino impulso, o nelle repubbliche non impedito, faccia quegli uomini vie piú degni di libertá, con alti insegnamenti ed esempi; ovvero nel principato (ancorché rarissimamente sviluppare appieno vi si possa) soverchiando pure, quasi impetuoso torrente, ogni inciampo ed ostacolo, con l’avvampante sua luce quelle orribili tenebre squarci: e, con vie maggior fama per lo scrittor che l’adopera, vie maggior vantaggio procacci agli altri tanti suoi miseri ed oppressi conservi, a loro insegnando e la veritá