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i. della tirannide
 



mai, e pochissimo quelli che vedono. Ora non v’ha dubbio che gli uomini che si accostano a loro sono sempre i cattivi, perché un uomo veramente buono sfuggirá di continuo, come un mostro, la presenza d’ogni altro uomo, la cui sterminata autoritá, oltre al poterlo spogliar di ogni cosa, può anche, per l’influenza dell’esempio e della necessitá, costringerlo a cessar di esser buono. Ne avviene da ciò che, al tiranno cattivo accostandosi i cattivi uomini, vi si fanno l’un l’altro pessimi; ma i ribaldi accostandosi all’ottimo tiranno, si fingono allora buoni e lo ingannano. E questo accade ogni dí; talché la tirannide per lo piú non risiede nella persona del tiranno, ma nell’abusiva e iniqua potenza di lui, amministrata dalla necessaria tristizia de’ cortigiani. Ma dovunque risieda la tirannide, pe’ miseri sudditi la servitú riesce pur sempre la stessa; e anzi, piú dura riesce per l’universale sotto il tiranno buono, ancorché forse alquanto meno crudele riesca per gl’individui.

Il tiranno buono forse non trema da principio in se stesso, perché la coscienza non lo rimorde di nessuna usata violenza; o, per dir meglio, egli trema assai meno del reo; ché infin ch’egli tiene un’autoritá illimitata, ch’egli benissimo sa (per quanto ignorante egli sia) non essere legittima mai, non si può interamente esimere dalla paura. Ed in prova, per quanto sia pacifico e sicuro al di fuori il tiranno, non annulla pur mai i soldati al di dentro. Ma, anche supponendo che il mite tiranno non tremi egli stesso, tremano pur sempre in nome di lui per se stessi quei pochi pessimi che, usurpata sotto l’ombra del nome suo l’autoritá principesca, la esercitano. Quindi la paura vien sempre ad essere la base, la cagione ed il mezzo di ogni tirannide, anche sotto l’ottimo tiranno.

E non mi si alleghino Tito, Traiano, Marc’Aurelio, Antonino e altri simili, ma sempre pochissimi, virtuosi tiranni. Una prova invincibile che costoro non andavano mai esenti dalla paura si è che nessuno di essi dava alle leggi autoritá sovra la sua propria persona; e non la dava egli, perché espressamente sapea che ne sarebbe stato offeso egli primo; nessuno di essi annullava i soldati perpetui, o ardiva sottoporgli a un’altra autoritá che