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iv. la virtú sconosciuta
 



amata memoria, di alcune tue carte fra mani cadutemi pensai di far uso, un qualche saggio che tu sei stato mandandone al pubblico colla stampa. Quelle sono, in cui col vivacissimo pennello della tua bollente, ma giusta ed erudita fantasia, tu descrivi presso che tutti i migliori dipinti della tua cittá; la quale, benché poco si sappia dai piú, ne è pure abbondantissima.

Francesco. Nol far, deh, nol fare, se davvero tu m’ami. Tu sai che per mio solo passatempo e diletto io giá, cosí come dava la penna, buttava in carta l’effetto che mi parea ricever nell’animo dalla vista ed esame di quelle pitture. Nessuna idea, neppur leggerissima, di far su ciò libri mi cadde mai nella mente; e benché corra adesso questa smania di belle arti, ed alcuni, nulla potendo essere per se stessi, né far del loro, abbiano creata questa nuova arte di chiacchierar sull’altrui, tu sai che io sempre ho reputato esser questa una mera impostura; perché il vero senso del bello si può assai piú facilmente provare che esprimere. E a questi entusiasti di belle arti chi credere veramente potrá nel vederli cosí caldi ammiratori di un Bruto dipinto, e cosí freddi lettori poi di un Bruto da Livio scolpito?

Il forte sentire, credilo a me, egli è una liquida sottile infiammabile qualitá, che per ogni mostra vena e fibra trascorre, ed a tutti i sensi si affaccia. Or che saran questi grandi, che in altro nol sono, che nella potenza degli occhi? Nol sono in quella neppure; s’infingono, s’ingannano, per ingannare.

Io mi diedi ad osservare e gustar le belle arti alcun poco, ma chiuso in me stesso; e ciò feci allorquando vidi e convinto mi fui che l’osservare e il gustare le forti e magnanime imprese era in questi nostri tempi cagione di piú infelicitá e dolore. Se uomo mai pianse, si róse e consumò in se stesso per lo trovarsi le vie tutte al forte operare impedite, certo sono io stato un di quelli. Vedi ora se con sí feroce tarlo nel cuore io posso aver amato le arti per altro che per deviare, direi cosí, la troppa mia bile; né scritto di esse per altro che per mio mero piacere, senza intenzion nessuna di riportarne la piú minima lode pur mai.